La presenza Lucana viene meno nel III sec. a.c. Infatti,
con la sconfitta di Annibale al cui fianco si era schierata la maggior
parte dei Lucani, i Romani distrussero gli insediamenti lucani e
confiscarono le terre. Da Livio sappiamo che Blanda fu distrutta ed
occupata nel 214 a.c. mentre il poeta Silvio Italico parla delle
vicissitudini di Cirella, centro portuale poco più a sud di Laos. Con
l'avvento dei Romani, l'Alto Tirreno Cosentino non fu coinvolto da alcun
processo di ristrutturazione. Infatti le iniziative, finalizzate al
rilancio dell'economia del Bruzio, (costruzione della Via Popilia per
congiungere Capua a Reggio Calabria ed assegnazioni di terre) sfiorarono
l'intera zona. Solo nel I sec. a.c. Blanda viene dotata
di propri magistrati e si assiste al proliferare di insediamenti
produttivi lungo la litoranea, principalmente ville rustiche, padronali
e marittime poste in posizione panoramica a picco sul mare. Dopo circa
due secoli di tranquilla e florida vita l'area entra in una profonda
crisi che tra il II e il III sec. d.c. portò all'abbandono del
Palecastro di Tortora (Blanda) e di molte ville. Fanno eccezione, forse perché
aree di sosta negli antichi itinerari o già con spiccate attitudini di
villeggiatura, i centri di Cirella, sede di ville marittime di epoca
augustea, in cui sono stati rinvenuti resti murari di strutture
abitative e pubbliche, un nucleo di sepolture ed un mausoleo di notevole
consistenza
architettonica e monumentale e il centro di
Lavinium che, in
base ai risultati degli scavi degli anni 30 e prima della moderna
espansione edilizia, dovrebbe situarsi in
località Fischija nel sito di Scalea dove furono trovate strutture
murarie di frantoi e di ville con pavimenti a mosaico, resti di
sepolture ed oggetti di pregio artistico come una testa femminile di
marmo attualmente conservata a Reggio Calabria. In epoca tardo-antica e
bizantina tutti i siti costieri, sia perché esposti alle scorrerie sia
perché troppo vicine alle pianure alluvionali, tendono a scomparire ed
a trasferirsi nei loro siti attuali ovvero su rocche più difendibili
sempre affacciate sulla costa come nel caso di Scalea e di Cirella o
molto più all'interno come nel caso di Tortora ed Aieta.
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